mercoledì 28 dicembre 2011

"PAGANO SEMPRE I SOLITI NOTI" - NON E' UNO SLOGAN

I PASSI FALSI (SONO QUELLI VERI DI MISTER B.) DI MARIO MONTI

Mario Monti e il suo alterego

Sto leggendo un altro libro di Enzo Biagi, "L'Italia domanda" Editore Rzzoli del 2004. In questo libro ci sono tutte le domande degli italiani con le risposte del grande cronista.
Sono molte le domande e molte le risposte sagge date, ma a pag. 188 c'è ne una che mi ha colpito e che si attaglia alla frase infelice del Premier Monti. La domanda posta a Biagi è questa: "Che Stato è questo?". Segue il racconto della persona, che si firma con le iniziali, che riporto integralmente.

Anno 1997.

"Sono nata nel 1946 e, visto che in famiglia c'era bisogno di aiuto perchè eravamo in tanti, sono andata presto in fabbrica e non ho smesso di lavorare. Dopo trentasei anni sono proprio stanca, avrei tanta voglia di riposarmi, perchè il lavoro talvolta è massacrante e poi ci sono la casa e la famiglia a cui badare, per cui non ho un attimo di tempo libero. Ma, naturalmente, ho sbagliato momento: adesso i nostri politici devono tirare i cordoni della borsa e fanno i confronti con gli altri Paesi dove proprio nessuno va in pensione a cinquant'anni. Possibile che se ne siano accorti proprio ora, dopo che per anni hanno sperperato concedendo le cosiddette pensioni baby, aiutando gli invalidi inesistenti, proteggendo e finanziando i pentiti che dovrebbero essere mandati, loro sì, ai lavori forzati? Io ho fatto enormi sacrifici per conseguire un diploma di terza media e per poter accedere ai concorsi statali però....vincevano sempre i raccomandati. Vorrei chiederle una cosa: è così sbagliato avere la voglia di cacciare due dita negli occhi ai politici vecchi e nuovi? Sono nonna e vorrei godermi i nipotini visto che non ho potuto farlo con le mie bambine. Mi scusi lo sfogo."
(M.R.. Cantù, CO)


Enzo_biagi

Biagi così risponde:

"Cara nonna, la capisco. Lei sta pagando, come tanti, conti non suoi. Questo è un Paese che rischia la bancarotta e il fallimento della politica che si traducono in ulteriori sacrifici per i cittadini. Un terzo della mia pensione, e ho versato per mezzo secolo, va in tasse: aveva ragione Vittorio Emanuele III che, alla vigilia della seconda guerra mondiale, credeva nei destini della Patria, ma aveva fatto un'assicurazione con i Lloyd di Londra".

Era così prima del '97 e tutt'ora è così: non è cambiato nulla.
Prima annotazione: mi picerebbe sapere se questa nonna ce l'ha fatta ad andare in pensione, perchè se lavora ancora con gli ultimi provvedimenti rischierebbe di non andarci più.
Ecco perchè "pagano sempre i soliti noti" non è uno slogan.
Che dire poi della cosiddetta "casta". Si chiede sacrifici ai più poveri e loro si aumentano ogni prebenda; promuovono amici ed amici degli amici a posti altamente remunerativi; dànno consulenze ed incarichi a politici trombati alle elezioni regionali e politiche, e mi riferisco alla mia Regione.
Ultima annotazione: Monti per sottostare al ricatto di B. non ha imposto un prelievo fiscale sui redditi medio-alti e così l'elettorato del latrin lover, nonchè aprostatico, di hardcore è salvo. L'elettorato che s'ispira alla chiesa e da questa guidata è salvo con l'esenzione IMU degli immobili commerciali ecclesiastici. Il popolino cattolico ha avuto un contentino con le 50 euro di bonus a figlio per l'IMU.
E l'elettorato cosiddetto di sinistra, cioè operai, precari, pensionati, licenziati, diseredati ecc. ecc.?
Nulla di nulla: mazzolate a tutto spiano, tanto è vero che una operaia-deputata si è talmente nauseata da cotanto schifo si è dimessa dal PD e dalla Camera dei Deputati e tornerà a fare l'operaia. Che sia la mossa giusta per scuotere il PD? Staremo a vedere.

Considerazioni finali: "Sciaboletta" credeva nei destini della Patria, e sappiamo come è andata a finire. Mi preoccupa che l'attuale inquilino del Quirinale da quelle stesse stanze ha dichiarato urbi et orbi che anche lui crede negli italiani, ma....
Non ha considerato che a differenza di "Sciaboletta", che aveva stipulato un'assicurazione, la cosiddetta "casta", quella politica e dei poteri forti, anch'essa ha stipulato un'assicurazione: LA MEMORIA CORTA DEGLI ITALIANI.



domenica 13 novembre 2011

UNA SOLA PAROLA: L I B E R A Z I O N E!!!

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ED INFINE VENNE IL GIORNO DELLA LIBERAZIONE: 12 NOVEMBRE 2011.



L'Italia finalmente è LIBERA dal leghiberlusconismo.
Il popolo esulta ed esplode la gioia in ogni angolo più remoto dell'Italia.


12 novembre 2011


Il sogno risorgimentale di un italiano si sta avverando e come ogni sogno per diventare realtà occorrono fatti concreti e perseveranza.
Ogni 25 aprile festeggiamo la liberazione dal nazifascismo: io propongo di festeggiare ogni 12 novembre la festa di liberazione dal leghiberlusconismo. O perlomeno, io mi auguro, che l'Italia sia veramente libera. Io ricordo bene quello che disse Montanelli di Berlusconi e del berlusconismo: L'Italia sarà immunizzata quando il suo popolo avrà bevuto l'ultima goccia di berlusconismo (sinonimo di veleno). Abbiamo bevuto l'ultima goccia? Come in ogni malattia che ci si augura in via di risoluzione bisogna vedere se ci sono i sintomi di miglioramento e quali sono.
Aspettiamo i fatti per far esplodere la nostra gioia: dobbiamo essere vigili affinchè non siano sempre i più poveri a pagare i danni causati dalla cricca dei potenti che ci hanno governato.
Per ora possiamo esultare con l'halleluja di Haendel.


 THE END

giovedì 20 ottobre 2011

MANIFESTAZIONE CIVILE MONDIALE E VIOLENZA NERA ITALIANA


black blok

PERCHE' SOLO A ROMA?

I perchè sono tanti! Cercherò di enumerarne alcuni fra i più macroscopici. Il primo è quello che abbiamo un presidente del consiglio che pensa più che altro al suo harem di mignotte, pardon escort, che alla sicurezza dei cittadini che pagano le tasse. Il tempo lui lo passa a studiare come imbrigliare la giustizia ed a fregare il fisco, anzichè coordinare le forze armate ed i servizi segreti di cui lui è responsabile.
Lui si occupa come far arricchire i suoi complici piduisti della terza e quarta generazione anzichè dotare le forze dell'ordine dei finanziamenti per essere al passo coi tempi: vedi strutture informatiche, mezzi nuovi e non obsoleti, ringiovanire i quadri ed il personale. Lui taglia i fondi in modo che le forze (sic!) dell'ordine non hanno benzina per le auto per cui devono chiedere aiuto ai cittadini, non hanno pezzi di ricambio per le macchine da riparare, non hanno carta per i pochi PC che funzionano perchè per gli altri non funzionanti non hanno soldi per la riparazione. Soprattutto i poliziotti non hanno il diritto di aver ricosciuto il lavoro straordinario, la trasferta da una città all'altra non è pagata ed il buono pasto è misero.
Tutto ciò è noto ai capi dei black bloc che organizzano il modo di riempire il vuoto lasciato dal governo.
Un altro perchè, ormai risaputo da tutto il mondo, è quello che il capo dei capi delle forze dell'ordine, cioè il Ministro dell'Interno Maroni, è stato condannato con sentenza passato in giudicato per resistenza alle forze dell'ordine per aver addentato ad un polpaccio un poliziotto!!
Tutto ciò è noto ai capi dei black bloc che agiscono di conseguenza.

Ancora: i violenti sono in tutti paesi del mondo, soltanto che in Inghilterra, Francia, Germania, Stati Uniti ecc. i Servizi Informativi fanno prevenzione ed allertano le forze di sicurezza. In Italia in questa occasione è stato fatto lo stesso? Io dico di no e spiego il perchè: da come ha detto in una trasmissione televisiva io vice-direttore di "Il Sole 24ore" su internet si conoscevano i modi ed alcuni volti di agitatori. I Servizi Segreti Italiani hanno chiesto informazioni ai rispettivi di altri paesi sopranominati? Lo hanno fatto oppure erano intenti a fabbricare dossier falsi per conto del latrin lover? Se lo hanno fatto hanno informato il Ministro dell'Interno il leghista Maroni ex militante di Democrazia Proletaria?
Tutti questi perchè costruiscono un unico disegno politico: quello di trarre spunto dai disordini per poter poi bloccare tutte le altre manifestazioni che potessero provocare un intoppo al governo e provocare una caduta anticipata. Basta leggere i metodi da adottarsi con legge speciali. Io potrei essere daccordo con le misure preventive e repressive purchè valgano erga homnes, quindi anche per coloro che vogliono fare la secessione padana con milioni di fucili e per coloro che vogliono bruciare il Palazzo di Giustizia di Milano.

O per costoro poi si troverà il modo di fare una legge infilata con un articolo solo in maxiemendamento che si depenalizzi tutto come è stato fatto per Maroni, Bossi e Calderoli?

Il dubbio, atroce, che ho avuto sabato nel vedere i filmati c'è riscontro nei provvedimentio adottati dal Sindaco di Roma ALEMANNO: la FIOM-CGIL non potrà sfilare, come sempre fatto, per le vie di Roma.
Primo risultato raggiunto.
Il sindaco si è dimenticato di quando occupava insieme a Gasparri l'Università La Sapienza, così come il suo camerata La Russa era attivissimo a Milano durante il "giovedì nero". ECCO I CATTIVI MAESTRI SONO SALITI IN CATTEDRA.


Alemanno


Roberto MaroniLa Russa








Che dire poi di tale elefantino, allora, Giuliano Ferrara militante di lotta continua e sessantottino? Guardate le foto e ditemi cosa pensate dell'elefante, ora.


Giuliano Ferrara1Giuliano Ferrara







Il mio dubbio l'ha avuto anche Furio Colombo il giorno dopo su "Il Fatto Quotidiano", ma ora è certezza dopo quello che dice Mario Capanna, fondatore di Democrazia Proletaria, a proposito di Maroni:

“Tutti, compresi i servizi segreti, non potevano non sapere che sarebbe andata a finire così. Non parlo di colpe. Mi limito a osservare che Roberto Maroni, che ha militato in Democrazia Proletaria, partito di cui io sono stato segretario, conosce le dinamiche di piazza. Invece, il ministro dell’Interno non era neppure a Roma nel giorno degli scontri”.




Mi auguro che con questo epitaffio si chiuda l'esistenza di questo malgoverno che sarà ricordato come il più orribile di tutti i tempi del pianeta.


martedì 6 settembre 2011

IN RICORDO DI ENZO BIAGI

IO C'ERO


E' lultimo libro di Enzo Biagi pubblicato postumo (era nato il 9/8/1920 ed è morto il 6/11/2007) nel novembre 2008, prima edizione da Rizzoli.
La prefazione è di Loris Mazzetti.
Nel libro il grande giornalista e scrittore, lui si autodefinisce "cronista", ricorda 62 anni di interviste e di cronache che vanno dal 1945 al 2007, quindi fino agli ultimi giorni della sua vita terrena: dalla liberazione, quando cioè i partigiani entrarono a Bologna con lui nei camion, ai giorni nostri.


Partigiani_sfilano_su_automezzi_a_Bologna con Enzo Biagi

Io cercherò, per quanto possibile, di paragonare quei tempi da lui vissuti con i giorni nostri e vedere se ci sono differenze oppure tutto è rimasto uguale o, peggio, se le cose sono peggiorate.

Nei tre lustri susseguenti l'anno della liberazione ci sono alcuni episodi narrati nelle interviste fatte da Biagi.
La prima alla Signora Catti, figlia prediletta di Alcide De Gasperi, che traccia così la figura del padre: "Era stato educato nel Trentino. Aveva cioè, una mentalità particolare. Rispettava il Pontefice, come deve fare un cristiano, ma la sua libertà consisteva nella difesa di una certa linea, nel respingere le ingerenze che considerava ingiuste; conosceva i doveri di un capo di Governo".


AlcideDeGasperi
Questo senso di libertà così spiccato, tanto da fargli dire di no parecchie volte al Vaticano, è stata la causa della scarsa attenzione da parte della Chiesa Cattolica nei suoi confronti e la guerra interna al partito di appartenenza portata avanti dai capo-corrente "clericali" legati mani e piedi al Vaticano.
Vedete la somiglianza tra il Vero De Gasperi ed il falso New Statista Autodefinito "Novello De Gasperi"?. Io penso che il VERO si sia rivoltato dalla tomba ed ogni notte appaia in sogno da incubo all'Autodefinito ed alla sua clacque di "clericali".

Un altro episodio che voglio mettere in comparazione riguarda l'allontanamento dei fedeli dalla frequentazione delle funzioni religiose.
Il tema viene trattato da Riviste Cattoliche come "Orientamenti Pastorali", teologi, gesuiti ecc. La rivista così si esprime attraverso il recensore dell'articolo: "Ci accusano di essere alleati dei ricchi" diceva un predicatore "ci rimproverano una scarsa azione sul terreno sociale, e ci attribuiscono tutte le colpe dei vari governi succedutesi dal '45 ad oggi. E qualcuno, persino le colpe di quello di prima.".
In questo caso nulla è cambiato: anzi è peggiorato. Vediamo come la Chiesa condiziona la vita politiva del Paese e l'accusa di allora è tutt'ora valida e non so quando questa ingerenza terminerà.
Siamo negli anni '50: solo il 36% della popolazione frequenta le funzioni. A Milano, secondo un'ichiesta di Azione Cattolica, il 38%.
Io non ho dati attuali, ma stando ai lamenti dei sacerdoti parrocchiani, oggi le chiese sono semivuote e lo spazio riempito è composto da generazione vecchia.
I giovani ora, come allora, sono spinti, pressati dai bisogni, verso il raggiungimento della felicità terrena con l'appagamento dei bisogni con mezzi più sbrigativi: la politica.
Ecco: riporto un passo che mi ha colpito molto del sacerdote teologo CARLO COLOMBO.


carlo colombo
"La politica che prepara un più sicuro avvenire alla Chiesa è quella ispirata alla carità più profonda e più ardita".
Nulla di tutto ciò è stato fatto in questi anni del dopoguerra. Chi ci ha provato, e vedremo in seguito chi, è stato eliminato dopo essere stato emarginato.
Mentre i gesuiti milanesi scrivevano nella loro rassegna "Aggiornamenti Sociali" che "ad un governo ostentatamente ossequiente verso la religione, ma insensibile alle istanze sociali, si deve preferire un governo forse ostentatamente legato a certe formule di rispetto, ma che faccia una sana politica in favore delle classi più disagiate".
IMPRESSIONANTE
Sembra scritto ieri. E' mettere all'indice la politica governativa e quella di oltre tevere. E' anche un ammonimento dopo le fornicazioni vaticane, vedasi le colazioni, i pranzi e le cene dei maggior esponenti vaticani, con i governi berlusconiani che nulla hanno fatto per le classi più disagiate. Anzi, hanno contribuito alla formazione di varie "cricche" e "sodalizi criminosi" per l'arricchimento illegale "ad personam" o "ad aziendam".

Per capire l'indipendenza dai partiti del "GIORNALISTA" Biagi bisogna leggere quanto scrive e racconta degli episodi vissuti.
"Presi presi servizio il 1° ottobre 1961: (esattamente 50 anni fa n.d.r.) fui assunto con inquadramento nella direzione centrale dei servizi giornalistici, con il titolo e le funzioni di vicedirettore centrale e direttore dei servizi giornalistici tv.
La mia presenza al telegiornale era un segnale di cambiamento, ma voglio chiarire che lì rappresentavo solo me stesso, non ero l'uomo di fiducia del PSI. Per un mese feci il lavoro a modo mio, buttando la sagra del fragolone, il taglio del nastro, l'inaugurazione del ministro tal dei tali. (Qui viene l'esempio più fulgido della sua libertà n.d.r.) Mi ricordo di un sottosegretario che disse "vado all'infiorata di Gensano e lei dovrebbe mandare una troupe". Gli risposi: "Scusi perchè?". "Perchè è un'importante cerimonia relogiosa." "Se lei si confessa, io le mando una troupe."
Non se ne fece più nulla."
E Biagi aggiunge: "Da subito cominciarono i problemi.........omissis..."
Gli uomini liberi nella storia moderna, ovunque e specialmente in Italia, sono stati avversati dai politici di turno al potere. Siamo arrivati all'asservimento della testata giornalistica del TG1 di Minchiolini al volere del piduista con tessera n. 1816 e della sua "corte" di cortigiani corrotti.
C'è da rimpiangere quei tempi. Almeno sapevamo che a dirigere i servizi giornalistici vi erano persone nate nel "ventennio" fascista ed avevano maturato il vero senso della libertà intellettuale. Non come alcuni giornalisti attuali pagati e prezzolati dal potere dominante innalzati nei piedistalli di comando per ripetere la "velina" del padrone.
Lo so, erano altri tempi. Ritorneranno quei tempi? Io me lo auguro e spero di sì.

Cinquant'anni fa i codizionamenti ai giornalisti RAI erano più sofisticati: non c'erano "editti bulgari".
Ecco come Biagi racconta il suo periodo romano.
"Ma a Roma non mi trovavo bene: tutto era politica, tutto doveva procedere secondo certi canoni, tutto era stato già stabilito, tutto seguiva una via segnata. Più volte mi chiesi perchè, conoscendo il mio carattere e sapendo che non ero un tipo maneggevole , Bernabei mi aveva chiamato , ma non c'è stato tempo per la risposta perchè dopo un mese gli dissi che sarei rimasto solo per un anno. Dopo dodici mesi tolsi puntualmente il disturbo e vuotai i cassetti....omissis."
A questo punto Biagi ricorda le lettere di solidarietà che gli sono pervenute: Enrico Emanuelli dice tra l'altro "...ma penso che a poco a poco le tue "buone ragioni" devono vincerla sulle stupitaggini di qualcuno che non ha capito niente o che fa finta di non capire. Tranne qualche servo sciocco, tutti ti hanno difeso, e questo deve essere una prima grande soddisfazione.....".
Cosa direbbe oggi Enrico Emanuelli di Minchiolini e della sua cricca che stanno portando la RAI nel baratro più profondo!!!.

Nino Nutrizio scrive ".....ti auguro di tenere duro nel mare di guai in cui ti sei messo e penso che, se fai la faccia feroce a tutti, la spunterai più facilmente di quanto oggi tu possa credere. In definitiva, a Roma, in una massa di gente che cala facilmente le brache, se si trova uno che sa dire di no, ha partita vinta.....".
Chissà perchè mi viene in mente sempre e solo lui: Minchiolini:

Ma il pensiero più bello e più tranciante e nello stesso tempo ironico glielo ha mandato Guareschi che scrive: "Caro Biagi, sono molto preoccupato per te. Tu, dunque, non sai che Guareschi non fa notizia neppure se gli succede di morsicare un cane? E' mai possibile? Non commettere mai più simili imprudenze: se intendi rimanere alla RAI-TV, devi dimenticare di essere una persona onesta ed intelligente. (sembra scritto per raffigurare una sola persona: sempre lui. Minchiolini. n.d.a.) . Ti ringrazio e ti saluto con sincero affetto, dall'esilio Giovanni Guareschi.".

Garinei e Giovannini scrivono tra l'altro: ".....da parte nostra ti giungano le nostre più affettuose felicitazioni per il pezzo da te firmato. E' un classico da "antologia tv". Mamma mia quanto sei bravo! (E tra le righe puoi leggere, in quest'ultima frase, una malcelata invidia.). Un abbraccio, un invito a perseverare (ricordati che Bernabei ti guarda)....".

Ma il pensiero, che io chiamo premonitore, che anticipa di quarant'anni l'editto bulgaro, è di Giangiacomo Feltrinelli che così gli scrive:
"Caro Biagi, nel momento in cui lei viene personalmente e faziosamente attaccato per la sua obiettività e serenità giornalistica, voglio esprimerle tutta la mia solidarietà ed affettuosa amicizia. Giangiacomo Feltrinelli".

Poi arriva la solita lettera di Bernabei, quella di rito quando un giornalista lascia educatamente dall'entrata principale senza sbattere la porta.

Le pagine che mi hanno colpito moto sono quelle dedicate ad Enrico Mattei ed al mistero della sua scomparsa.


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Biagi riporta un lato della bontà di Mattei dal racconto dei personaggi che lo hanno conosciuto e vissuto insieme come la vedova, Greta, la sorella Maria e l'autista Rino Pacchetti, medaglia d'oro alla Resistenza.
Pacchetti dice tra l'altro: "........omissis....Dall'alto del grattacelo di Metanopoli mi mostrò la pianura lombarda: "Trecento ettari sono nostri: Ho cominciato pagando i terreni quattrocentosessanta lire al metro, senza dire nulla a nessuno. Non volevo correre rischi. Adesso ne vale cinquantamila. E tutto quello che vi è stato costruito sopra non ci costa niente.".
Era soddisfatto, continua Pacchetti: "Vede: ho voluto una città intera per i miei operai: hanno tre camere ed il bagno, come gli impiegati, e campi da tennis, piscine, stadio, chiesa, e c'è anche un piccolo zoo per i bambini. Quì siamo tutti uguali e quando il lavoro è finito tutti debbono potersi mettere una camicia bianca. ".

Che uomo stupendo!
E' proprio vero: il Signore per vie a noi sconosciute richiama a Sè sempre i migliori! Magra consolazione per coloro che sopravvivono.

Mi sono chiesto: è uno dei motivi che ha scatenato i nemici occulti e portato alla morte? Ma c'è un altro lato del carattere di Mattei che potrebbe aver scatenato la rabbia dei "poteri forti".
Con una premessa voglio introdurre l'altro episodio.

Reguzzoni, capogruppo leghista alla Camera dei Deputati, il cui capo ordinò a suo tempo un tir di carta igenica dai tre colori della nostra bandiera, lo stesso che alla signora veneziana che sventolava la bandiera dal balcone disse di andarci pulircisi il "culo", in un intervento recente ha detto che il Quirinale aveva in dotazione 43 auto blu, sottacendo quanti ne aveva la Camera , lui i suoi portaborse ecc. ecc.
Ecco come agì Mattei per lo stesso caso:
"......omissis....Era appena tornato dall'America, dove aveva scoperto che gli executives non si facevano portare in giro dalle macchine della società, ma si muovevano con la propria. Chiamò il capo del personale: , .

Ecco, se ci fosse oggi un "Mattei" la Lega e Reguzzoni non esisterebbero. Ed è un altro motivo della sua scomparsa: Mattei era scomodo alle "sette sorelle", e soprattutto ad alcuni "capibastoni" della politica italiana.

Un altro pregio letterario, secondo me, di Enzo Biagi era quello di esporti con semplicità e con esempi illuminanti i principi fondanti della nostra Carta Costituzionale.
Tutti ricordiamo che ultimamente ai referendum abbiamo detto che "tutti siamo uguali davanti alla legge", art. 3.
Ebbene Biagi non ce lo sbatte in faccia con violenza, ma con delicatezza ponendoci le domande fatte ad un avvocato penalista, uno dei più bravi e conosciuti dei tempi: ADOLFO GATTI.

Adolfo Gatti in quegli anni era difensore di Felice Ippolito accusato e poi processato per irregolarità amministrative al CNEN.
"Se lei fosse imputato di un crimine, da quale tribunale vorrebbe essere giudicato?". Sentite come ha risposto l'Avvocato: voi penserete come il piduista tessera n. 1816 ed i suoi cortigiani? NO! NO!!
""Da una corte inglese, perchè sarei processato rapidamente, senza formalità, e con la certezza che davanti al magistrato, la cui autorità è altissima, IO E LA REGINA SIAMO SULLO STESSO PIANO".

Questo è un insegnamento per le generazioni future, dopo che questa generazione spazzi via il "ventennio berlusconiano" che con leggi "ad personam" , tra cui processi brevi e lunghi ed altro ha provacato guasti irreparabili alla Giustizia, affinchè non ne rinascono altri simili.

Al principio primo e fondante di ogni democrazia moderna, cioè l'eguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge compresi i regnanti, prìncipi ed aderenti alle varie logge massoniche (anche la P2 e suoi adepti), si accompagna un altro principio inrinunciabile dei cittadini: IL DIRITTO DI ESSERE INFORMATO ED IL DOVERE DEL GIORNALISTA DI RIPOSTARE I FATTI COSI' SONO AVVENUTI E DA LUI CONOSCIUTI.

Il 22 giugno 1970 Enzo Biagi nell'assumere la direzione del "Resto del Carlino" pubblica il suo editoriale e dice tra l'altro: "........omissis....Secondo le consuetudini, sarebbe anche opportuno che annunciassi un programma. E' abbastanza semplice. Racconteremo i fatti, senza cadere nel tanto diffuso peccato di omissione. Non abbiamo nulla da temere e da offrire, e niente da nascondere. "La verità non ha partito": non è un motto del reazionario Pelloux, una trovata qualunquistica di Guglielmo Giannini, o una massima di Mao; l'ha detto GIACOMO MATTEOTTI. Tu, lettore, sei il nostro vero padrone: viviamo di copie e di pubblicità. Se non sei soddosfatto diccelo. Ci aiuterai a migliorare.......segue...."

Sono le parole dello stesso programma dell'unico giornale non finanziato dallo Stato: "IL FATTO QUOTIDIANO".
E' il giornale, secondo la figlia Bice in una recente intervista al giornale, oggi, se fosse in vita, Enzo Biagi scriverebbe.
Il 30 giugno del 1971 nel concedarsi dal suo pubblico ribadisce il suo pensiero di come deve essere inteso la professione del Giornalista, l'essenza della professione: "......UN SERVIZIO RESO AL PUBBLICO, UNICO E VERO PADRONE....."

Ma il cronista per raccontare i fatti come sono avvenuti e come sono da lui conosciuti deve essere libero e non condizionato da lacci e lacciuoli.
Enzo Biagi riporta nel libro l'intervista che fece ad Enrico Berlinguer appena eletto Segretario del PCI nel 1972

BERLINGUER
Diceva Berlinguer: ".......omissis...Ci sono alcune libertà, come quella di stampa, che hanno un VALORE ASSOLUTO. Ma bisogna che ci siano anche certi MEZZI per RENDERLE EFFETTIVE....segue...."

I mezzi sono le leggi. Le leggi nascono dal Parlamento formato da Deputati e Senatori, eletti dal popolo sovrano, ma nel loro interno divisi per "lobby".
Non è una mia tesi cervellotica, è un dato di fatto e serve a smontare quello che il Prof. Massimo Severo Giannini definì la Camera dei Deputati come "LO STUPIDARIO DI MONTECITORIO". Definizione associata in una intervista alla "Stampa" in cui si affermava che "I deputati sono degli imbecilli e fanno leggi penose".


Massimo Severo Giannini
Sono d'accordo con il Prof. Giannini nonchè Ministro della Funzione Pubblica e Senatore, ma con un "distinguo". Cioè: le leggi penose ci sono, ma sono quelle che si applicano per il popolo e che per la "casta" si devono "interpretare" e sono di difficile interpretazione perchè "penose", ergo non sono "imbecilli" in quanto le leggi che a loro dànno dei privilegi sono semplici e nascoste e taciute al "popolo (sovrano?, fate voi)".

Ed a proposito di cretini, sinonimo di imbecilli, nel Parlamento attuale ne abbiamo, senza smentire me stesso perchè la definizione non è mia, di grande e di piccola "levatura". Il nostro Ministro dell'Economia, se ci fate caso, gira sempre con le mani in tasca. E sapete perchè?


Pitigrilli
Conosce il pensiero di Pitigrilli il quale capiva il bacio del lebbroso ma non la stretta di mano al cretino: con le cose che si vedono, sarebbe costretto a girare con le mani in tasca.

Siamo arrivati, tracciando i passi che più mi hanno colpito, agli anni 2000. Gli anni che hanno segnato il nuovo millennio con l'introduzione della moneta unica europea, la morte di Bettino Craxi e, soprattutto, de "EDITTO BULGARO".

Sulla vicenda Craxi si è detto di tutto, poco si può aggiungere. Il quadro che dipinge il cronista Biagi è commovente. Inizia con un detto di un poeta tedesco che dice che con la morte si spengono le fiamme dell'odio. Lui aggiunge anche il clamore delle polemiche.
Ricorda Craxi come uomo sofferente con il volto di un vecchio gonfio e malato. Craxi ha sempre detto di essere stato trascinato nella disavventura di "Tangentopoli" a "sua insaputa". Il capo socialista coniò l'assioma: tutti colpevoli tutti innocenti.
Però come maestro di B. Bettino è stato un grande.
B. (in questo caso sta per Bettino) non sapeva nulla delle tangenti, ma nel contempo accumulava ricchezze che ancora oggi non si sa dove le ha nascoste.
Dicevano i giovani rivoluzionari francesi che contribuirono alla presa della Bastiglia: "Non si può regnare ed essere innocenti". E Forlani, altro protagonista della prima Repubblica, ammise a quel tempo: "In Italia non ci sono vergini". E' evidente che allora si riferiva ai politici. Ma se consideriamo il ventennio trascorso e considerando gli ultimi avvenimenti possiamo dire che parlare di "verginità" perduta di un politico è riduttivo: coloro che hanno perso la "verginità" politica si offendono. Ora è diventata un "puttanaio" e detta con una parola soft inventata di recente dal Sen. Guzzanti: "MIGNOTTOCRAZIA". Il tutto condito dalla espressione del compagno Formica che diceva, allora: "Il convento è povero, ma i frati sono ricchi.". Soltanto che ora i frati sono ultraricchi con superville e superbarche ecc. ecc. mentre il "convento Italia" è sull'orlo del fallimento.
B. (Bettino) ha sempre sostenuto che lui non ne sapeva nulla. Lui era contro la tesi della doppia morale, "una per il prìncipe ed una per i sudditi, una per lo Stato ed una per i cittadini, una per il partito ed un'altra per il popolo"; lui di certi traffici non si occupava, anzi non sapeva nulla; a smentirlo c'è un proverbio americano, valido in tutto il pianeta, che dice: "una foglia non può diventare gialla senza che lo sappia tutto l'albero."
B. (sta per Berlusconi), seguace piduista di Bettino, in tutti i suoi processi ha raccontato la stessa barzelletta gabbando la maggioranza credulona degli italiani.

E siamo arrivati all'avvenimento che, Enzo Biagi usa il verbo "cambiare", io dico ha sconvolto la vita del grande giornalista:
L'EDITTO BULGARO


Enzo_biagiSANTOROLuttazzi





Ecco come descrive quel giorno:
"Il pomeriggio del 18 aprile (2002 n.d.a.), come tutti i giorni, ero nella redazione de Il Fatto
insieme con i miei collaboratori, quando arrivò quell'agenzia che mi ha cambiato la vita.
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, limprenditore che tanto aveva fatto e detto per avermi alla sua corte, dalla Bulgaria, durante una conferenza stampa nel World Trade Center di Sofia, la "Sapiente", guarda l'ironia della geografia, con il Primo Ministro Simeone Sassonia Coburgo Gotha, accusò il collega Michele Santoro, il bravissimo comico Daniele Luttazzi e il sottoscritto: la RAI tornerà ad essere una tv pubblica, cioè di tutti, cioè oggettiva, cioè non politica, cioè non partitica e non faziosa come è stata con l'occupazione militare della sinistra. L'uso fatto da Biagi, da quel ..... come si chiama? ah Santoro, e da Luttazzi della televisione pubblica pagata con i soldi di tutti è stato un uso criminoso . (La colorazione è d.a.) Preciso dovere di questa nuova dirigenza sia quello di non permettere più che questo avvenga. Ove cambiassero non c'è un problema ad personam, ma siccome non cambieranno....". Il resto lo lascio al futuro lettore del libro.
Mie Considerazioni: l'allievo prediletto di Licio Gelli aveva il progetto di assoggettare al suo potere i giornalisti liberi con ogni mezzo. Se non riusciva con il denaro allora ricattava la propietà dei giornali della concorrenza per crearne il vuoto e l'isolamento del giornalista libero. Santoro ha dovuto ricorrere nei Tribunali per poter lavorare ed ora sappiamo come è finita la sua storia. Per Luttazzi ancora dura l'ostracismo, mentre per Biagi la riammissione fu decretata a furor di popolo, ma non riebbe il suo spazio: gli fu dato uno strapuntino, in ultima serata.
In RAI ci sono tanti "minchiolini" che fanno a gara a prostrarsi prono all'utilizzatore finale di "vergini che si offrono al drago" per la sete di potere.
Cercò di comprare, a suo tempo anche Di Pietro, ma gli è andata male, anzi malissimo: i suoi giornali hanno dovuto sborsare miglioni di lire o migliaia di euro nei processi.

Le parole più belle Biagi le scrive quando racconta del suo primo giornale durante la Resistenza. Io le considero il Testamento etico-professionale di un Giornalista dalla schiena dritta.
Ecco il passo più bello: ".....omissis....Da due anni ero giornalista professionista, così con i pochi mezzi che avevamo, feci un giornale, "Patrioti", due pagine che stampavamo oltre il fronte, a Porretta Terme. Ne uscirono tre numeri.....omissis....Il primo numero uscì il 22 Dicembre 1944; accanto al logo della testata, dove oggi viene messa la pubblicità, scrissi: Esercito Partigiano, Divisione Bologna. L'editoriale portava il titolo "Perchè l'Italia viva". Cominciava così: "Ciò che hai fatto non sarà dimenticato. Nè i giorni, nè gli uomini possono cancellare quanto fu scritto col sangue. Hai lasciato a casa tua madre, per correre alla montagna. Ti han chiamato "bandito", "ribelle"; la morte ed il pericolo accompagnavano i tuoi passi. Scarpe rotte, freddo, fame, e un nemico che non perdona. Sei un semplice, un figlio di questo popolo che ha sofferto e che soffre: contadino o studente, montanaro od operaio. Nessuno ti ha insegnato la strada: l'hai seguita da solo, perchè il cuore ti diceva così. Molti compagni sono rimasti sui monti, non torneranno. Neppure una croce segna la terra dove riposano. La tua guerra è stata la più dura, tanti sacrifici resteranno ignorati. Contadino o studente, montanaro od operaio, ti sei battuto da soldato. E da soldati sono caduti coloro che non torneranno....GIOSUE' BORSI,


Borsi
poeta e combattente, lottò e cadde per un'Italia più grande, ma soprattutto "per un'Italia più buona". Anche tu vuoi che da tanti dolori nasca un mondo più giusto, migliore, che ogni uomo abbia una voce e una dignità. Vuoi che ciascuno sia libero nella sua fede, che un senso di umana solidarietà leghi tutti gli italiani tornati finalmente fratelli. Vuoi che questo popolo di cui sei figlio viva la sua vita, scelga e costruisca il proprio destino. Non avrai ricompense, non le cerchi. Sarai pago di vedere la patria, afflitta da tante sciagure, risollevarsi. Uno solo è il tuo intento: perchè
l'ITALIA VIVA."
Il "testamento" è attuale: è di ammonimento e sprone a noi che siamo sopravvissuti, a non abbassare la guardia ed andare sempre con la schiena dritta.

Le ultime righe del libro riguardano la ricorrenza del 25 Aprile. Ecco come Biagi con parole semplici e toccanti lo ricorda: "......omissis.....Fra poco sarà il 25 Aprile (2007 n.d.a.). Una data che è parte essenziale della nostra storia: è anche per questo che oggi possiamo sentirci liberi. Una certa RESISTENZA non è mai finita. C'è sempre da resistere a qualcosa, a certi poteri, a certe promesse, a certi servilismi. Il revisionismo a volte mi offende: in quei giorni ci sono state anche pagine poco onorevoli; e molti di noi, delle Brigate partigiane, erano raccogliticci. Ma nella Resistenza c'è il riconoscimento di una grande dignità. Cosa sarebbe stata l'Italia agli occhi del mondo?....segue".

Già, cosa scriverebbe Enzo Biagi oggi nel vedere cosa è diventata l'Italia agli occhi del mondo governata dal latrin lover da hardcore?


sabato 30 luglio 2011

A ricordo di Fabrizio De Andrè - Un Giudice -


'NA CAROGNATA DE' NA FIGURETTA DE' SOR BRUNETTA



"Un Giudice" è una canzone del "Poeta-cantautore" Fabrizio De Andrè tratta dall'album "Non al denaro non all'amore nè..." che invito tutti a riascoltare. Un album inciso nel 1971, esattamente 40 anni fa e parla di un....sor brunetta.

Ma io voglio ricordare quello che ebbi a scrivere di questo misererrimo e squallido rappresentante della Repubblica in questo blog che ripeterò per far capire quanto io lo consideri. Raccontai quello che il mio professore di matematica nell'anno 1954, quando frequentavo il secondo anno dell'Istituto Tecnico Commerciale, per farci capire le grandezze grometriche e le loro differenze ci pose ad esempio le differenze tra segmento, retta e semiretta ponendosi in prima persona. Infatti era alto (o basso?) non più di centoquaranta-cinquanta centimetri e disse: il segmento ha un inizio ed una fine, la retta non ha inizio e non ha fine, la semiretta ha un inizio ma non ha una fine. Salì sulla cattreda e mostrando più possibile la sua persona aggiunse queste testuali parole "Vedete l'intelligenza di una persona non si misura dai piedi alla testa, ma dalla testa in sù. Avete capito ora la differenza tra segmento e semiretta?" Vi posso assicurare, io l'ho capita, sono diventato bravissimo in matematica ed ancora, a distanza di circa sessant'anni, ricordo l'episodio. Voi direte che c'incastra cor sor brunetta: ce 'ncastra ce ''ncastra. Al posto della MATERIA GRIGIA (ALIAS INTELLIGENZA) metteteci gli aggettivi più dispregiativi che un uomo (o mezzo) come lui possa meritare e vedete che effetto che fa.

L'effetto è quello che canta De Andrè nella canzone che dice ad un certo punto"...il nano è una carogna di sicuro perchè ha il cuore troppo troppo vicino al buco del culo....".

Diffondete la canzone

lunedì 25 luglio 2011

LOGGE MASSONICHE P2 - P3 - P4 - P5---->inf.!!!!

L'ITALIANO MEDIO S'INTERROGA: COME MAI LA MASSONERIA COPERTA RESISTE ANCORA (come la mafia?)? MA GLI STORIOGRAFI, I FILOSOFI GLI ANALISTI POLITICI ECC. ECC. LO HANNO SPIEGATO AGLI ITALIANI? E' BUIO ASSOLUTO!!!


LA GENESI

Licio Gelli
Tutto ha inizio con la P2.
Le domande sorgono spontanee. Come è nata; come si è svoluppata; come abbia potuto generare la P3, la P4 ecc.
Le risposte, sintetizzabili in una sola, MALAPOLITICA, possiamo trovarle nelle parole del banchiere-finanziere (intimo di tale Bettino Craxi) Orazio Bagnasco rese nell'audizione davanti alla COMMISSIONE PARLAMENTARE sulla P2 presieduta da Tina Anselmi il 25/11/1982.

".....omissis.....Le P2 (articolo determinativo plurale a significare la sua proliferazione. n.d.a.) non nascono a caso, ma occupano spazi lasciati vuoti, per insensibilità, e li occupano per creare la P3, la P4....(P5 n.d.a.) Perchè? E' al di sopra delle mie forze, non me lo sono ancora spiegato. Da solo non sono in grado di capire come e perchè sia avvenuto.

Il sonno della coscienza e la mancanza di rispetto delle forme (e delle regole n.d.a.) aprono varchi alla P2. A chi è servito? Scoprire questo è importante. .......omissis...".

Prima di esporre le mie riflessioni voglio riportare l'articolo di fondo della giornalista Sandra Bonsanti su Repubblica inerente alla seduta dell'8 Gennaioi 1986:
"Il Parlamento riapre i battenti dopo l'interruzione festiva e pochissimi accorrono: a mezzogiorno di ieri (8 Gennaio 1986 n.d.a) in aula ci sono dodici deputati del PCI, c'è il demoproletario Gorla, ci sono cinque radicali, c'è Tina Anselmi, c'è il Ministro Martinazzoli che dal banco del governo segue con attenzione ogni intervento. Mancano del tutto missini, democristiani, socialisti, liberali, socialdemocratici, repubblicani....omissis...".

Premessa: il potere della P2, e quindi di Licio Gelli, derivava dall'ampio spettro di estensione nella società italiana che era influenzata dai soci aderenti.
Infatti in essa aderivano, cominciando dalle Istituzioni, 44 (quarantaquattro) parlamentari fra Deputati e Senatori, Magistrati di ogni ordine e grado, 12 Generali dei Carabinieri, 5 Generali della Guardia di Finanza, 22 Generali dell'Esercito, 4 Generali dell'Aeronautica Militare, 8 Ammiragli, direttori e funzionari dei servizi segreti, 2 Ministri dell'allora governo, un segretario di partito, giornalisti (il più noto Maurizio Costanzo tessera n.1819), imprenditori, faccendieri (noti Bisignani e Carboni, ancora sulla breccia), scrittori (fra cui Gervaso tessera n.1813) banchieri e finanzieri, alti prelati della Chiesa Cattolica, industriali , commercialisti, editori (fra cui Angelo Rizzoli tessera n. E.19.77).


Luigi_Bisignani
Flavio Carboni
RizzoliCostanzoGervaso







Se togliamo gli alti prelati, notiamo che queste categorie, appartenenti alla P2, tutt'ora sono presenti in Parlamento, fra cui il presidente del consiglio, tessera 1816 e On. (sic!) Cicchitto tessera n.2232..
Ecco spiegato la presenza di un gruppetto di 15 presenze al dibattito sulla P2.
Molti di quei deputati assenti allora sono presenti ora in Parlamento.


Elenco per categorie lavorative degli iscritti

* Militari e forze dell'ordine: 208
* Uomini politici: 67
* Dirigenti ministeriali: 52
* Banche: 49
* Industriali: 47
* Medici: 38
* Docenti universitari: 36
* Commercialisti: 28
* Avvocati: 27
* Giornalisti: 27
* Dirigenti industriali: 23
* Imprenditori: 18
* Magistrati: 18
* Liberi professionisti: 17
* Attività varie: 12
* Società private (presidenti): 12
* Società pubbliche (dirigenti): 12
* Segretari particolari (politici) 11
* Associazioni varie: 10
* Dirigenti RAI: 10
* Enti assistenziali e ospedalieri: 10
* Diplomatici: 9
* Compagnie aeree: 8
* Dirigenti comunali: 8
* Società pubbliche (presidenti): 8
* Architetti: 7
* Funzionari regionali: 7
* Antiquari: 6
* Compagnie di assicurazione: 6
* Dirigenti editoriali: 6
* Alberghi (direttori): 4
* Consulenti finanziari: 4
* Editori: 4
* Notai: 4
* Scrittori: 3
* Provveditori agli studi: 2
* Sindacalisti: 2
* Commercianti: 1

I M P R E S S I O N A N T E!!!



IL SONNO DELLA COSCIENZA.

Da più di un anno che grido SVEGLIATI ITALIA. Non possiamo addebitare alla popolazione il propagarsi del malaffare politico: le coscienze vanno svegliate da coloro che hanno i mezzi per farlo. Costoro sono: i rappresentanti dei cittadini, i giornali, i giornalisti e le TV e tutti gli altri mezzi di comunicazione.
Quando tra queste categorie ci sono aderenti alla P2, e seguenti, costoro fanno l'esatto contrario obbedendo a Licio Gelli per l'attuazione del suo programma.
In Parlamento ci sono personaggi noti: il primo è il nostro (ohibò!) Presidente del Consiglio On.! (sic!) Silvio Berlusconi tessera n.1816 e Fabrizio Cicchitto tessera n.2232. Tra i giornalisti, oltre a Bisignani, uno dei fedelissimi di Gelli: Maurizio Costanzo tessera n.1819.

Il 4 Maggio 1982, appena istituito la Commissione, la convivente di Licio Gelli, Nara Lazzerini, scrive a Tina Anselmi: "......omissis....mi permetta di dirLe che tutti gli iscritti alla P2 sono colpevoli di aver fatto parte per diverse vie ad una associazione a delinquere, con il solo scopo di arricchirsi, truffando, ricattando d'accordo con il più delinquiente dei capi: Licio Gelli.....omissis...".

Dopo trentanni gli stessi personaggi di allora, Bisignani, Carboni ed altri, con la P4 e P5 hanno continuato con ricatti ed altri mezzi illeciti a condizionare la società civile e la politica collusa.

Hanno continuato ad arricchirsi facendo sprofondare l'Italia verso il baratro dell'insolvenza internazionale, ovvero default ovvero fallimento.
Appurate le cause nella malapolitica e nella disinformazione mediatica, la domanda iniziale trova la risposta.

La stessa domanda fatta in questo blog l'anno scorso, è fatta dal Giudice GIULIANO TURONE, magistrato, che con Gherardo Colombo, ha scoperto gli elenchi della P2, in una "ricognizione antropologica": "..... omissis....In conclusione, confido che gli eroici studiosi che sto evocando - esaminando, anche alla luce di questi seicento e più foglietti di appunti (di Tina Anselmi n.d.a.), l'immane documentazione ormai disponibile sulla P2 - possano un domani finalmente spiegarci come mai, nonostante l'autorevole ed esaustiva relazione finale della Commissione parlamentare d'inchiesta, e nonostante l'importantissima e rigorosa Risoluzione 6 marzo 1986 della Camera dei Deputati, l'Italia non abbia ancora saputo mettersi decisamente alle spalle la filosofia di fondo "predemocratica" ed "eversiva" del sistema P2 : quella "visione politica che tende a situare il potere negli apparati e non nella comunità dei cittadini politicamente intesa
", quale emerge dal cosiddetto "Piano di rinascita democratica".

Poi continua: "In altri termini, confido che quegli studiosi possano spiegarci come mai noi ci si debba ritrovare nel Terzo millennio con un Presidente del Consiglio titolare della tessera numero 1816; e come mai noi sia costretti pressocchè ogni sera a sorbire in TV, per giunta all'ora di cena, le esternazioni del suo portavoce e capogruppo parlamentare titolare della tessera numero 2232; e come mai abbiamo dovuto persino subire le vanterie gongolanti di Licio Gelli quando - in una conferenza stampa televisiva del 31 ottobre 2008 - ha rivendicato con orgoglio alla Loggia P2 la paternità di quel documento eversivo che risponde al nome "Piano di Rinascita Democratica", "Peccato non averlo depositato alla SIAE per i diritti, tutti ne hanno preso spunto, l'unico che può andare avanti è SILVIO BERLUSCONI, non perchè era iscritto alla P2, ma perchè ha la tempra del grande uomo". (ohibò)

Fabrizio Cicchitto

tessera n.2232


p2 1816


Io confido nella "rete": l'Italia s'è desta. il "Palazzo" trema, cerca di limitare i danni tentando di zittire i "blogger" senza riuscirci. La "casta" vede la fine dei privilegi incalzata dalla collera degli "internauti".

Tutto ciò che non ho detto sulla P2 per ovvi motivi di spazio e per maggiori approfondimenti si consiglia di consultare il libro.

LA P2

NEI DIARI SEGRETI

DI TINA ANSLEMI

A CURA DI ANNA VINCI

CASA EDITRICE - CHIARELETTERE



Tina_anselmi_art



In un appunto sull'incontro con Flaminio Piccoli del 13 aprile 1983 scriveva:


"Cossiga aveva buoni rapporti con la P2 e Gelli, ed è rimasto vittima, durante il rapimento di Moro, dell'azione di Gelli e della P2. Ciò spiega il suo crollo e le dimissioni".

E per risollevarlo è stato eletto, poi, Presidente della Repubblica.

Ed ancora: in un appunto del 26 gennaio 1984 con Marco Pannella scriveva domandandosi:

"Come è possibile che Piccoli, Berlinguer e Andreotti non sapessero della P2 prima del 1981?".

Suscita tenerezza il candore di questa donna che durante la lotta partigiana si è impegnata in prima persona sulle montagne del Veneto facendo la cosiddetta "postina". Fervente cattolica, semplice ed umile, riponeva fiducia in tutti, anche in Andreotti.


Dal libro riporto alcune "chicche" che sentiamo spesso dai politici attuali cominciando dal Mr. B.

"Mi sento oggetto di una persecuzione politica odiosa" (Licio Gelli, maggio 1981)
E' il leit motiv del nostro Mr.B e codazzo di servitori.

"Della P2 non sapevo nulla, al di là di quello che leggevo e di qualche battuta scherzosa..." "Con i Giudici poi faremo i conti". (Bettino Craxi, nel 1984 e nel 1983).
Sono le stesse minacce mai sopite del piduista tessera 1816 ancor più rinvigorite verbalmente e fattivamente con progetti di legge contro i Giudici presentati in Parlamento.


berluscrax



consulta anche .http://lavisioneimmaginaria.splinder.com/



L'ESORTAZIONE DI UN UOMO GIUSTO - PRETE -

don-giorgio-de-capitani-4

Don Giorgio De Capitani ha chiesto aiuto a MicroMega di pubblicare un suo scritto vietatogli dalla Curia di Milano di diffonderlo sul suo blog. Io come ho fatto altre volte raccolgo l'appello e lo pubblico integralmente e senza commenti attraverso il mio blog. Lo farò parimenti su FaceBook e su twitter in modo da dare a questro scritto una divulgazione quasi planetaria e con l'invito a diffondere lo scritto.



don-giorgio-de-capitani-scola-ratzinger

Un prete invita a scendere in piazza contro l’arcivescovo Scola

di don Giorgio De Capitani

Una chiesa gerarchica da decapitare! Pronti all’attacco!

Adesso arriva il bello della lotta,
che sarà dura, durissima,
senza diplomazia, e senza nemmeno l’ombra di quella viltà
che da sempre caratterizza una parte della chiesa,
quella gerarchica anzitutto, poi curiale,
e anche quella rappresentata da un clero succube,
e da istituti femminili sempre silenziosi!

Non ci lasceremo prendere dalla paura
di minacce, di scomuniche, di ritorsioni, di vendette,
e neppure convincere da quell’arte diplomatica
che è vigliaccheria e disonestà professionale
di chi dovrebbe essere un padre e non un poliziotto,
e neppure commuovere da predicozzi castra-coscienze
che promettono il paradiso in cambio dell’obbedienza cieca.

Che sia giunta l’ora della riscossa
lo vediamo dal segnale che è sotto gli occhi di occhi:
la nomina di un personaggio imposto
dalla diplomazia più oscena che mai e mai Milano
da millenni aveva finora subìto.

La Diocesi di Milano è stata sfregiata,
non tanto dal nome della nomina, ma dalla nomina del nome!

UNA VERGOGNA!

Ci dobbiamo ribellare a questo Vaticano
che - lo ripeto per l’ennesima volta -
ha conosciuto lungo i secoli, ma soprattutto in questi ultimi anni,
la più blasfema prostituzione al potere più corrotto.

E non se ne vergogna,
porcaccia di una miseria!

Non fa un passo indietro, no!,
rimane sì come se fosse l’orgasmo più sacro di questo mondo.

Pensavo che la Diocesi di Milano
restasse una eccezione:
che lo Spirito potesse liberamente soffiare “nuovo”.

Speravo… ma così stavolta non è stato.
Lo Spirito santo non ha soffiato,
il vaticano gli ha tarpato le ali.

Spirito Santo3
Angelo Scola, non dirci subito cazzate,
non illuderci con parole accademiche e roboanti,
non ci cascheremo.

Noi milanesi guardiamo ai fatti, alle scelte,
alle decisioni, al messaggio evangelico.
Perciò non dare sfoggio di cultura,
tanto più che quella ciellina ci dà subito ai nervi.

Del Cristo di don Giussani ce ne freghiamo,
ci interessa il Cristo, quello radicale:
tutto il resto sono balle da lasciare
ai seguaci di Movimenti ecclesiali
che parlano anche bene, ma razzolano nella merda.


don giussani

Inutili girarci attorno alle parole:
il tuo tanto sbandierato ecumenismo
è solo fumo buttato negli occhi,
e prendere le parole di Massimo Cacciari
come garanzia della tua onestà intellettuale
mi lascia del tutto indifferente,
conoscendo le diverse posizioni da kamasutra del filosofo veneziano
che prima ammirava Martini, e poi l’intellettuale di turno.

Martini era un gesuita, ma nessuno se ne è accorto,
Tettamanzi era un teologo moralista, ma nessuno se ne è accorto,
vorrei che nessuno si accorgesse di Scola ciellino,
ma sarà difficile, molto difficile:

Cl è come un marchio che segna,
pone un sigillo sulla testa,
lascia impronte indistruttibili nel proprio agire.

Tutti sanno le mie dure prese di posizione
contro i preti diocesani “ciellini”:
non per un giudizio sulla persona,
ma per una questione di principio:
un prete o è diocesano o è ciellino,
aut aut, non c’è una via di mediazione.

Del resto, uno che appartiene ad un Movimento ecclesiale
non potrà vivere in pienezza la spiritualità diocesana
e questo inciderà anche nel concreto.

Così direi di un vescovo diocesano:
non può essere ciellino!

A parte questo, la cosa veramente blasfema di Cl
è la sua scelta politica:
sostenere il governo di Berlusconi,
addirittura sostenere Berlusconi,
è quanto c’è di più anti-evangelico,
è quanto c’è di più orrendo,
è quanto c’è di più criminale.

Angelo Scola, ti rendi conto di tutto questo?
Non puoi distinguere tra il Movimento e la scelta politica:
è Cl in quanto tale che ha fatto questa scelta politica.

Per non parlare poi del braccio finanziario di Cl,
- Compagnia delle Opere (Cdo) -
che ha sostituto il vitello d’oro con appalti dorati,
con loschi affari che puzzano di stile mafioso.

Tu verrai a Milano in un contesto che ti rende indesiderato,
assolutamente indesiderato:
la tua presenza danneggerà quella spinta evangelica,
al di fuori di ogni compromesso con marchio ciellino,
che stava producendo i primi effetti positivi.

Sono stanco di ripetere le solite cose,
sono nauseato di essere costretto a ripeterle
perché la chiesa cattolica si è prostituita al dio denaro
- di cui i primi cultori sono quelli dei Movimenti ecclesiali -
ma ci sono momenti in cui la voce non deve cessare,
il cuore deve battere all’impazzata:

siamo in una fase di pericolo di involuzione
che non potremo permettere.

E allora, via libera alle contestazioni:

perché non trovarci in piazza Duomo,
e protestare perché siamo stati traditi?

via ogni remora, via ogni prudenza,
via ogni rischio di strumentalizzazione…

Studiamo il modo migliore e più efficace
per evitare l’irreparabile.

So che in Curia di Milano c’è malumore,
qualcuno teme di essere spedito in Africa,

so che in Diocesi tante comunità cristiane
hanno subìto uno shock,

so che tantissimi preti hanno arricciato il naso
e stanno a guardare con sospetto:

perché non uscire allo scoperto e gridare
tutto il nostro malcontento,
le nostre paure, i nostri sospetti?

Troviamoci tutti in Piazza Duomo
- fisseremo la data -
e gridiamo così forte la nostra rabbia
da far tremare il vaticano
- il nostro Duomo no! è troppo bello! -
e chiediamo allo Spirito santo che si tagli la testa
ad una gerarchia che è ormai un mostro!


Spirito Santo1Spirito Santo2